domenica 3 giugno 2012

Non voglio difendere il Papa !!!

Ecco che ci risiamo. Il Vaticano è tornato ad essere il colpevole e capro espiatorio di tutti i mali del mondo. E’ stato così in occasione del dibattito sull’Ici-Imu (Il Vaticano non paga l’Ici e altre bufale o mezze bufale, vi rimandiamo al post di Qelsi datato 21 agosto), la storia si ripete ora addirittura in occasione di una tragedia come il terremoto in Emilia. I disinformatori di internet, spinti da chissà quale impulso, non si sono accontentati di diffondere la bufala sul Dalai Lama che ha donato 50.000 euro ai terremotati a fronte di un Papa che avrebbe fatto finta di nulla, quando in realtà i soldi destinati da Benedetto XVI ai terremotati sono stati esattamente il doppio, 100.000 euro: nel mirino degli anti-clericali militanti è finita persino la visita del Papa a Milano in occasione del Family Day 2012. Una visita che, secondo i detrattori, costerà 3 milioni di euro di euro alla collettività. Soldi che potrebbero essere utilizzati per i terremotati. E via con le condivisioni delle foto e dei link su facebook “Il Dalai Lama dona 50.000 euro, il Papa andrà in visita a Milano e costerà 3 milioni di euro”. Sembrerebbero ragionamenti sensati, ma non lo sono. Al di là del fatto che sospendere la visita papale a causa del terremoto non ha alcun senso, perché a differenza delle forze armate che saranno impegnate nella parata del 2 giugno a Roma, il Santo Padre non può in alcun modo aiutare concretamente le popolazioni (ve lo immaginate Papa Ratzinger con la pala intento a scavare nelle zone terremotate?) né tanto meno reca alcun disturbo se visita Milano, nessuno ha pensato all’indotto economico generato dalla visita papale nella città del Duomo. Lo rivela la Camera di Commercio di Monza e Brianza: dovrebbe essere di circa 58 milioni di euro, grazie alla presenza massiccia  di pellegrini che usufruiranno di un kit comprensivo di pernottamento e buoni pasto da 540 euro o si sono organizzati autonomamente facendo la gioia di locali di ristorazione, ricovero alberghiero e di tutto il settore turistico. I pellegrini attesi sono più di un milione, per un introito non banale in soli tre giorni di visita pastorale, da venerdì a domenica pomeriggio. Ben 1.500 i giornalisti accreditati, da ogni parte d’Europa e del mondo. Insomma un evento, i cui costi sono coperti da sponsor istituzionali e privati, pacchetti turistici e pure contributi elargiti dalla Cei e dalla Diocesi di Milano. Il Comune di Milano, sicuramente, non andrà in perdita. Anzi! La Santa Sede si è addirittura dovuta affrettare ad emettere un comunicato specificando che “il sisma non ha interessato in modo grave i luoghi in cui è prevista la presenza del Pontefice”, quasi a volersi giustificare. A noi di Qelsi non resta che fare un appello, anche per rispondere ai disinformatori di internet: avreste voluto che il Papa non si recasse a Milano per risparmiare soldi da destinare ai terremotati? Bene, a questo punto non sarebbe meglio chiedere che parte degli introiti ricavati proprio dalla visita del Papa (58 milioni non sono pochi) siano destinati alle zone colpite dal sisma? Dipenderebbe da albergatori, ristoratori, taxisti, non più dal Vaticano. Ma almeno non si dica più che la visita del Papa è uno spreco di denaro pubblico in sfregio ai terremotati.

1 commento:

  1. Povero Papa se potesse lascerebbe quella poltrona al primo prete...
    Mario

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