venerdì 30 novembre 2012

Hobbit di tutto il mondo, unitevi alla Meloni per le sue primarie fantasy


“Pare bbona…” – è subito finito su Twitter l’apprezzamento di quel giornalista parlamentare, a Montecitorio, davanti al manifesto di Giorgia Meloni. E subito ha animato il dibattito – a parte lo sproposito cartaceo sui muri di Roma, ecco il punto centrale: Photoshop o buona luce? è lei o non è lei? Sicuro che è lei! L’ex ministro che ha deciso di buttarsi nel mare incerto (mar nero, mar morto, mar rosso che da un momento all’altro potrebbe richiudersi su di lei, facendole fare una fine da biblico esercito del faraone) delle primarie più scalcinate della storia occidentale, ha mandato anche un suo tweet per rivendicare e rilanciare: “Dicono sia una foto taroccata. Ma è una foto fatta durante una premiazione. Per caso: sono così brutta dal vivo?”. C’è chi giura che così è, tanto di presenza tanto di stampa, “ti ho vista dal vivo a Bologna, sei davvero una bella ragazza”, chi l’ha paragonata a Olivia Wilde, articoli dove si assume una posizione, diciamo, centrista, “sebbene sia una piacevole bellezza del tutto suscettibile di svariate opinioni”. Sul sito di Repubblica l’ormai noto suo manifesto viene incoronato quale “poster stile Pulzella d’Orléans” – e in effetti la felice posa e il fortunato scatto visivamente la pongono tra la Milla Jovovich del film di Besson e la Veronica Lake, con ciocca bionda che sfiora le ciglia, di hollywoodiana memoria. Ma almeno, in mezzo a tante finte partenze – andiamo, non andiamo, un momento, si parte, fermi tutti, contiamo fino a dieci – la Meloni si è buttata davvero.
E mentre si registra lungo la penisola il sorgere libero e giocondo di comitati a suo sostegno, da Lecco al Tavoliere – a Foggia spicca quello per “Giorgia Meloni premier” – oltre il plauso entusiasta di Oscar Giannino, che alla sua bionda chioma riconosce pubblicamente una freschezza negata al pur ben fornito apparato tricologico montezemoliano, lei da ogni muro con piglio intrigante scruta, lo sguardo che salta direttamente sopra la testa del passante per posarsi sull’orizzonte incerto eppur speranzoso. “Senza paura” è lo slogan scelto per la sua campagna – che si potrebbe credere preso in prestito dalla Vanoni (“ma passa per il buio senza paura / ma passa per l’amore senza paura”), mentre in realtà è quello dell’ultima edizione di Atreju, quest’anno marinata nel settembre scorso dal Cav. – doveva decidere cosa fare con la sua candidatura: sempre lì stiamo. Ecco, Giorgia ha questa irresistibile tendenza al fantasy (del resto, oggettivamente, poche cose hanno la caratura del fantasy come le primarie del Pdl), dove l’italica penisola può benissimo esser metafora della Terra di Mezzo, così che come suo portafortuna ministeriale figurava una statuetta di Gandalf immortalata su Panorama, e ogni anno si replica l’omaggio a ridosso del Colosseo ad Atreju, il bambino “Figlio di tutti” della “Storia infinita”, e infine, se uno va a cercare nel suo blog, trova in bella vista una citazione tratta da “Il trono di spade”: “Forse è quello il segreto: non tanto cosa facciamo, quanto perché lo facciamo”. All’ardimento spinge, un simile miscuglio letterario e immaginario, alla sfida, al salto, alla bella causa.
C’è chi ha evocato un ticket con Alfano (in due fanno, più o meno, l’età del Cav., che con indomito spirito arzillo ha invece rimesso mano a Forza Italia, come certi nostalgici ritirano ogni tanto la gloriosa Cinquecento fuori dal garage), ma per ora, tosta e solitaria, Giorgia si è avviata – a nome degli hobbit tutti, e di sicuro della “meglio gioventù d’Italia” che consacrò nel volume “Noi crediamo”, così da non lasciare la faccenda solamente appaltata alla controparte di sinistra epicamente rappresentata dal film di Marco Tullio Giordana. Una volta al Cav. rimproverò polemica il gran proliferare di cactus dalle sue parti, “i cactus come modo di rappresentarsi, come forma di ostentazione” – dal Cav. stesso, probabilmente, in questi giorni difficili intesi come più calzante e prosaica metafora della sua stagione politica. La candidata Meloni vanta una collezione di centinaia di angeli e garantisce sulla presenza di quello custode – che ora, a decisione presa e manifesto affisso, non ha più, né creatura celeste poteva oggettivamente avere, le antiche amichevoli sembianze di Gasparri, né quelle di La Russa.

Iadicicco a L’Opinione: «Giorgia Meloni rappresenta l’anima identitaria e popolare del partito»


L’intervista a Federico Iadicicco de L’Opinione a firma di Ruggiero Capone
Federico Iadicicco incarna la nuova classe dirigente del centro-destra, ma guai a paragonarlo ai rottamatori di Renzi, perché non reputa si debba restringere la cernita ai soli dati anagrafici. Nel 2008 è stato eletto consigliere provinciale di Roma nelle liste del Popolo della libertà: da sempre di destra, nell’esecutivo della federazione romana di Alleanza Nazionale e dal 2009 è membro del coordinamento regionale del Pdl. Ma non si può ignorare la sua posizione critica verso il Pdl. «Negli ultimi tempi noto un atteggiamento un po’ infantile da parte di alcuni esponenti del PDL che, come la sinistra ha fatto per vent’anni, discutono di berlusconismo ed antiberlusconismo. Non possiamo continuare a discutere su ciò che è successo nei venti anni passati, da trentottenne mi voglio occupare di quello che succederà nei prossimi trenta. Questo è il nostro compito, guardare al futuro, che non può essere certo rappresentato da Montezemolo, Fini, Casini o Monti».
Allora dove sta Iadicicco?
L’anima conservatrice, identitaria e popolare del partito, rappresentata alle primarie nazionali del PDL da Giorgia Meloni, sta costruendo una proposta politica alternativa alla sinistra come alla tecnofinanza. Non solo siamo contrari al Monti-bis, perchè non vogliamo stare con la sinistra, ma ci riteniamo anche alternativi all’agenda Monti. Non possiamo stare con chi ha fatto la riforma del lavoro e dai precari ha creato disoccupati, con chi ha fatto la spending review e la legge di stabilità ed ha distrutto gli enti locali. Il governo Monti ha distrutto il ceto medio ed ha messo l’Italia in recessione, malgrado tutto questo non è riuscito a ridurre il debito italiano. Non capisco come Riccardi e Bonanni, che sostengono la “Cosa Bianca”, possano pensare che la dottrina sociale della Chiesa sia compatibile con l’agenda Monti: è impensabile ed impossibile.
La sua proposta è “Sentimento popolare”?
Ho organizzato Sentimento Popolare perché voglio rimettere in moto la speranza, costruire un percorso partecipato, realizzare un’agenda popolare condivisa, il cui protagonista sarà il popolo. Questo deve essere il compito della politica. Durante la manifestazione sono state presentate numerose proposte: dal welfare di comunità a sostegno delle famiglie, alla lotta contro le delocalizzazioni. Nel Sacro Speco di Subiaco vi è incisa una frase, attribuita a San Benedetto: “continua pure nelle tenebre a cercare la voce sfuggente, perché solo nella notte fonda brillano le stelle.
Un messaggio all’elettore italiano?
Queste parole hanno consentito ai benedettini, nel momento in cui sembrava tutto finito, quando la nostra civiltà pareva destinata a morire, di traghettare i valori, la storia e l’identità di cui loro erano portatori fuori dalla crisi della difficoltà di quell’epoca. Necessita lavorare come i benedettini del terzo millennio, per portarci fuori da questa crisi antropologica.

mercoledì 28 novembre 2012

PER VINCERE DEVI NUOTARE NELLA CLOACA Caro Grillo Torna al “ fa el to mesté “


Quello che è emerso, dalla Caporetto siciliana, è che i voti essenziali per passare in 48 mesi dal 5 al 18,7% nel capoluogo siciliano il M5S non li ha pescati né  dell'astensione, né dal centrodestra. Li ha pescati dal P.D..

Ciò comprova, il mancato exploit del Movimento del comico alle elezioni siciliane. Non è che non sia stato un trionfo: il grosso degli elettori non ha visto nemmeno nel M5S una valida alternativa all'astensione e il suo candidato si è piazzato terzo staccato di oltre 7 punti dal secondo.

Ciò che emerge, infatti, è che i voti necessari per passare in pochi mesi dal 5 al 18,7% nel capoluogo siciliano il M5S non li ha pescati né dal bacino dell'astensione, né dai partiti di centrodestra.

Hanno votato il candidato dell’intrattenitore  un gran numero di elettori che alle regionali del 2008 avevano votato  il P.D., infatti, i sinistroidi in quella tornata  avevano preso 505.922 voti, mentre ad ottobre 2012 i pagnottisti hanno preso 257.274 voti (-51%), meno della metà.

Il menestrello quindi ha ottenuto il suo successo in Sicilia seducendo i delusi dei partiti di sinistra e del Terzo polo, ma non gli astensionisti e gli elettori di centrodestra.

Torna al “ fa el to mesté “, vai a fare il comico, forse ti riesce ancora bene, la politica e una cosa seria, la politica e uguaglianza è  libertà, la politica e un tema sociale e un diritto al lavoro: cosa importa di avere un ambiente pulito se viene a mancare  la libertà per una vita dignitosa?

Libertà e democrazia, incisi che esistono solo nell’ideale del centrodestra.

Caro venditore serve altro, serve qualcosa di concreto, l’italiano se ne infischia del “ ponte di Messina “, se ne infischia dei “ No Tav “, se ne infischia del tuo “ wireless “, se ne infischia dei tuoi inceneritori, se  ne infischia dei tuoi  insulti e delle tue fregnacce, onestamente se ne infischia di tutto quello che dici e fai, ha altro da pensare.

Ecco perché l’elettore del centrodestra  non si è smosso di un centimetro.

Come hai visto caro giullare, l’elettore del centrodestra è come una quercia “ si  spezza ma non si piega “.


LA RESISTENZA POPOLARE

venerdì 23 novembre 2012

Comitato Noi di Destra per Giorgia Meloni


Giorgia Meloni : IL PERCHE' DI UNA SCELTA . Ho personalmente una certa stima per Angelino Alfano . Non e' certo facile prendere un Partito in fase di discesa di consendi dopo un Leader come Berlusconi . E soprattutto un Partito diviso e condizionato da innumerevoli " personalita' " di varia estrazione e di vario interesse...Poteva far di piu': forse si , ma avrebbe avuto bisogno , forse , di ben altro appoggio da parte di chi l'ha nominato . Giusta l'idea delle Primarie ma esiziale l'appoggio incondizionato da parte di tutto l'establishment del PdL . l'incazzatura del nostro elettorato e' arrivato a livelli che ancora in molti , ai vertici , non hanno ancora capito o non hanno voluto capire . Per questo crediamo che la candidatura di Giorgia Meloni sia una speranza di cambiamento per il futuro del Partito , anche di rottura con le logiche del passato . Questo il senso e se volete la speranza di una scelta .

sabato 17 novembre 2012

L'italiano senza scampo cerca il botto


Cosa deve fare, l'italiano poveraccio, prendere mazzate e star zitto, non esercitare il suo ruolo di cittadino, non cercare vie d'uscita e nemmeno ribellarsi, perché poi finisce con i violenti?



Voi prendete un italiano di qualsiasi età, residenza, ceto, sesso, orientamento politico.Si trova schiacciato tra la morsa di un governo tecnico, che lui non ha voluto e che lo ha ridotto al ruolo di debitore eterno (dico eterno perché lo spremono per pagare gli interessi sui debiti, non per cancellare i debiti stessi), e di una classe politica corrotta e incapace di tutto: di tagliare i suoi costi, di presentare una credibile alternativa ai tecnici o anche solo di concordare una legge elettorale decente.
Se si barrica in casa e si chiude in se stesso, la Malaitalia infierisce lo stesso su di lui senza pietà; non può risolvere a livello individuale i suoi problemi. Se invece rende pubblica la sua protesta, si unisce al popolo e scende in piazza, i facinorosi rendono criminale la sua sacrosanta rabbia. Non ha prospettive di svolta col voto ma solo la possibilità di tradurre il vomito in voto, che è la sua contrazione civica: vota Grillo, che è come dire «Fate schifo». Ma non fa un passo avanti nei suoi problemi, si è solo sfogato.
Cosa deve fare, l'italiano poveraccio, prendere mazzate e star zitto, non esercitare il suo ruolo di cittadino, non cercare vie d'uscita e nemmeno ribellarsi, perché poi finisce con i violenti? Non è mai capitato, credo, di trovarsi in una situazione così, senza sbocchi, senza ripieghi, di alcun tipo.
Quanto pensate che possa durare questa situazione? Tutti aspettiamo il botto. Di chi e di cosa non si sa. Rivoluzione di ciechi nella notte. O un miracolo italiano in primavera.

Video Noi Di Destra


Noi di Destra


1° Incontro Pubblico

















lunedì 12 novembre 2012

PER USCIRE DALLA CRISI


Per uscire dalla crisi italiana è urgente aprire una stagione di riforme di ispirazione democratica, popolare e liberale, legittimate dal voto di milioni di italiane e di italiani, in continuità con quanto di meglio ha realizzato il governo guidato da Mario Monti che ha avuto il merito di rasserenare il clima di intollerabile antagonismo della politica italiana e di restituire prestigio e credibilità all'Italia.
Una tale soluzione non verrà dai partiti politici così come li conosciamo, ma da una presa di responsabilità corale di forze sociali, culture civiche e realtà associative capaci di contribuire attivamente alla rigenerazione e al governo della nazione.
La Seconda Repubblica, che si sta dissolvendo, lascia una pesantissima eredità di sfiducia nelle istituzioni e di distacco tra le stesse istituzioni e i cittadini. È in pericolo la stessa tenuta del paese, frammentato e preso dal pessimismo, con rischi di cedimento della coesione sociale e del vivere insieme.
Questa situazione richiede un urgente e radicale cambiamento della politica e una sua estesa apertura alla società civile, premessa per ogni tentativo di ricostruzione morale, politica ed economica del paese.
Crediamo che i cittadini italiani meritino un'Italia migliore, che ispiri fiducia, prenda sul serio ogni legittimo desiderio di benessere, non abbandoni nessuno. È indispensabile recuperare la speranza e attivare risorse e pensiero contro la lettura vittimista del nostro presente e del nostro futuro. Nel nostro paese da troppo tempo non si riescono a mobilitare le passioni e le idee e istituzioni ingessate hanno perso la loro funzione vitale.
Crediamo che il nostro paese non sia condannato a vivere di furbizie ed espedienti ma possa prosperare sui propri talenti e le proprie virtù, scommettendo sul potenziale di chi è attualmente escluso dalle opportunità di crescita e sviluppo a partire dai giovani e dalle donne.
In questo momento di crisi dobbiamo stringerci attorno alla nostra casa comune. È indispensabile abbandonare definitivamente l'idea e la pratica di uno Stato pervasivo ma inefficiente. Dobbiamo concentrare tutte le risorse pubbliche sui cardini che costituiscono la missione fondamentale dello Stato e delle sue articolazioni. Occorre restituire dignità al lavoro sia come servizio pubblico che come intrapresa privata, tornare a considerare i cittadini singoli e associati e le famiglie come protagonisti e responsabili del bene comune e tutelare i più deboli.
Crediamo che sia necessario rispondere subito alla crisi di fiducia dei cittadini verso le istituzioni rafforzando i processi democratici e la loro trasparenza, contrastando la corruzione, potenziando la vigilanza sui conflitti di interesse che rappresentano una vera minaccia per qualsiasi società giusta e libera.
Sottolineiamo il valore della sussidiarietà per ogni progetto di rinascita civile ed economica del paese, come un’idea forte della persona e del valore della sua iniziativa anche in risposta ai nuovi bisogni.
Crediamo nel valore della coesione sociale e riteniamo necessaria una profonda riforma del modello di welfare, come generatore di opportunità e strumento di promozione umana.
Crediamo che il ritorno alla crescita dell'economia italiana possa venire soprattutto dalla riduzione della pressione fiscale, premiando il lavoro, la produzione e la cultura come i fondamentali motori di sviluppo della nazione.
L'Italia può e deve tornare a giocare in attacco, come nei momenti migliori della sua storia: tornando ad essere un territorio accogliente per l'impresa e gli investimenti, accettando la sfida dell'internazionalizzazione e dell'innovazione e rafforzando i legami di cooperazione tra lavoratori e imprenditori.
Davanti alle molteplici sfide della globalizzazione, la politica italiana deve abbandonare ogni provincialismo e darsi una visione del proprio ruolo nel futuro, investendo sull'unità europea quale via maestra per affrontare i problemi del XXI secolo.

NOI DI DESTRA 1° INCONTRO

VI ASPETTIAMO NUMEROSI, CONFERMARE SU FB LA PRESENZA

https://www.facebook.com/events/444181295640625/


Un Paese in preda a Paurology


Ma che Paese siamo diventati? Abbiamo aderito in massa alla setta spaventata di Paurology e vivia­mo ogni allerta con terrore preventi­vo: allarmi atmosferici, medici, econo­mici, allegorici. Da Genova a Roma e a sud chiudono scuole e uffici nel timo­re di catastrofi eventuali. Temiamo il Terremoto, e arrestiamo gli scienziati se non sono abbastanza stregoni da predire con precisione la Sfiga.Temia­mo l’Alluvione e temiamo l’Infezione, temiamo il sole e il mare, le slavine e i cicloni altrui, a volte anche la collisio­ne di pianeti.
La chiamano prevenzio­ne, ma è fifa cosmica. Temiamo la ma­lavita, organizzata e improvvisata; te­miamo guardie e ladri, sia guardie di fi­nanza o polizia che ladri in casa e fuo­ri; temiamo il fisco,gl’immigrati,la cri­si economica e il gatto mammone. Te­miamo di finire come la Grecia, abbia­mo paura di spendere e pure di tener­ci i soldi; temiamo di perdere tutto an­che se nullatenenti.
I sacerdoti di Paurology imperversa­no nei media, in tv, nel web e trasmet­tono il contagio come il virus dei com­puter.
Viviamo come quei vecchi che hanno perso uso di mondo e si barrica­no in casa, tra allarmi, porte blindate e catenacci. Un po’ di fatalismo, diami­ne. Per ogni malcapitato di cui parla­no i giornali ci sono migliaia di perso­ne che vivono tranquille. Su, credete almeno alla statistica. Certo, prima o poi succederà... Gli americani credo­no ancora alla favola del meglio che deve ancora venire, noi invece abbia­mo un timore maligno che ci stronca prima ancora di colpirci. Ci tumulia­mo da vivi per prevenire la morte.
 Dom, 11/11/2012