In Grecia, il leader conservatore Antonio Samaras ha insistito nell’indire le elezioni all’inizio di questo mese, le quali hanno però determinato una drastica riduzione dell’appoggio al suo stesso partito e hanno indotto il Paese verso un cammino che potrebbe vederlo schiantarsi fuori dall’euro.
In Italia, politici guidati dal premier travolto dagli scandali, Silvio Berlusconi, sono stati costretti ad ammettere di non essere in grado di gestire una crisi che ha portato il Paese vicino alla catastrofe finanziaria lo scorso anno ed hanno delegato il compito di salvare la situazione al tecnocrate Mario Monti.
Questi sono solo alcuni dei pasticci compiuti da politici già largamente disprezzati in Grecia e in Italia, dove la gente protesta per la mancanza di una forte leadership nel momento di maggior bisogno, chiedendo perché questi leader abbiano fallito in modo così spettacolare.
I politici di Atene, dopo le elezioni del 6 maggio, non hanno fatto altro che perdere tempo in furiosi battibecchi invece di trovare una via d’uscita da una minacciosa strada senza uscita, costringendo il Paese a una nuova e altamente imprevedibile elezione il mese prossimo.
Il Partito della Nuova Democrazia di Samaras e i socialisti del PASOK, che insieme hanno dominato la Grecia per quasi quarant’anni, hanno visto i loro voti scendere dal 77% al 32% il 6 maggio, dopo una campagna elettorale disastrosa. Il carismatico di sinistra Alexis Tsipras ha compiuto enormi passi avanti a loro spese, opponendosi al programma di salvataggio UE/FMI. “In termini di strategia e di campagna, è stato terribile”, ha dichiarato Costas Panagopoulos della società di sondaggi ALCO.
Anche ora stanno mostrando scarsa propensione a spiegare che il nuovo voto del 17 giugno sarà una scelta netta fra restare nell’euro o essere buttati fuori, sebbene tale messaggio possa riportare voti ai partiti tradizionali sottraendoli a quelli che hanno sostenuto Tsipras nel primo voto.
Alle elezioni amministrative di questo mese gli italiani hanno dato un grosso schiaffo in faccia ai partiti tradizionali, in particolare all’alleanza di centro-destra che ha sostenuto Berlusconi, fornendo un successo senza precedenti a un gruppo di protesta guidato dal comico dai capelli arruffati Beppe Grillo che definisce i politici una “diarrea”.
I numerosi scandali di Berlusconi, in testa ai quali c’è lo sconcertante caso sessuale “Rubygate”, hanno paralizzato la sua capacità di combattere la crisi del debito della zona Euro, che era iniziata in Grecia e hanno costretto il grande uomo di spettacolo a ritirarsi per dare spazio a Monti lo scorso novembre.
Tutti i grandi partiti in Italia sono attualmente macchiati da scandali per corruzione ad alti livelli. Anche la separatista Lega Nord – alleata chiave di Berlusconi – è stata devastata da un’indagine per corruzione, nonostante questo partito fosse stato fondato proprio per combattere la corruzione.
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