lunedì 16 luglio 2012

Quattro gatti vagabondi da Ascoli alla destra


Si chiama Progetto Itaca il nome prov­visorio di una Conventio - senza en­ne finale - che si terrà domani in un mona­stero nei pressi di Ascoli Piceno. S’incon­treranno persone e gruppi che non vo­gliono assistere inerti alla morte definiti­va della destra in Italia.
Destra morale e civile, culturale e so­ciale, prima che politica. È aperta a chi proviene da tutte le destre possibili, per­sino quelle scontente di essere destra (beceri esclusi). Non è contro nessuno.
Itaca vuol dire ritrovare l’origine, libe­rarsi dei proci, ripartire per il viaggio dan­tesco. Condivido quasi tutte le critiche al seminario e la voglia di stare in disparte. Servirà a pochissimo, lo so, ma è infinita­mente di più del Niente e dell’accidia che lo guarnisce. Vuol testimoniare, su­scitare e rispondere a chi chiede «ma voi nel frattempo dove eravate?». Noi c’era­vamo e ci provavamo, con disperata fidu­cia.
L’obbiettivo è ripartire dallo zero pre­sente e dalla Tradizione come continui­tà di ciò che è vivo. Ripartire dalla sovrani­tà, dello Stato e della politica, popolare e nazionale, sull’economia.
Ripartire dai giovani, dalle donne, da­gli outsider per una rivoluzione italiana. Ripartire dalle idee e non dai casi perso­nali. Salvare la politica dai politici e dai par­titi. Rivedersi. Animare una proposta co­munitaria, prepolitica e sociale, con stile e passione civile; tentare di riunire le for­ze sparse in campo. Quattro gatti, per carità, come fu nel ’92. Spesso si finisce come si comincia, in quattro gatti. A volte no, si diventa 444 e un grido può provocare una valanga.

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