mercoledì 4 luglio 2012
Il caso assurdo di pazzia democratica
Dal terrorismo mediatico in atto sembrerebbe che alcuni pazzi cattivi, naturalmente di destra, starebbero riaprendo i manicomi-lager in Italia per deportare e torturare i pazzi buoni
La demagogia nuoce ovunque, ma fa più male quando è sulla pelle dei malati. C’è un’ennesima mobilitazione der valoroso collettivo de sinistra in difesa della legge 180, dogma intoccabile nonostante 35 anni di tragedie.
Dal terrorismo mediatico in atto sembrerebbe che alcuni pazzi cattivi, naturalmente di destra, starebbero riaprendo i manicomi-lager in Italia per deportare e torturare i pazzi buoni. Ho letto il testo della legge approvata in commissione con i voti del centrodestra e non c’è traccia di riapertura dei manicomi; c’è invece la ragionevole esigenza di curare e tutelare i malati di mente e non lasciarli allo sbando come fece la legge di Basaglia, con la sua generosa ma nociva utopia, perno ideologico di Psichiatria Democratica. Follìa è credere che un demente grave sia in grado di decidere da solo. L’autore della nuova legge è uno psichiatra (di destra), Carlo Ciccioli, di Ancona; la legge è sostenuta da autorevoli psichiatri e dalle associazioni di familiari, e da oggi riprende l’iter parlamentare per farsi legge.
Mi occupai più volte sin da ragazzo del tema perché al mio paese c’era un grande manicomio e denunciai i drammi sorti dalla chiusura al buio dei manicomi, con dementi e famiglie in balia di se stessi. Per superare i manicomi senza abbandonare i malati, don Pasquale Uva, fondatore di ospedali psichiatrici a sud, progettò 60 anni fa i villaggi postmanicomiali. Progetto precoce per il suo tempo e tardivo per lui. È tempo di ripensarci, anziché fermarsi all’intoccabile dogma di Pazzia Democratica.
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