Un mio amico meridionale mi ha detto : io voterò la lega !
Incredibile , fino a pochi anni fa !
E come dargli torto ?
il nuovo centro destra , Berlusconi...mai una parola contro questa invasione silenziosa di extra comunitari negroidi e magrebini; anzi ,Alfano li va a prendere nel mediterraneo spendendo 10 milioni di euro al mese, che sono 1000 euro al mese per 10.000 famiglie italiane in povertà . ( per non parlare ai costi annessi e connessi ; solo di sanità i clandestini ci costano 250 milioni di euro l'anno )
E io devo dare il voto ad alfano e a berlusconi e a chi ha distrutto centinaia di migliaia di posti di lavoro per non essere stato capace di fermare una concorrenza spietata e senza regole orientale e cinese ?
Do' il mio voto con tutta la mia famiglia alla lega, che si è tolto l'antimeridionalismo di dosso, che con Salvini difende l'italianità e si è legata a Marine Le Pen, la vera Eroina d'europa , quella che tenterà di salvare ciò che ne resta dell'europa !
Bravo Salvini , via dall'euro e via da questa europa di briganti!
domenica 2 novembre 2014
Da non credere dove siamo arrivati..!!!!!
Noi di destra che siamo finiti alla lega !!
da Destra....!!!
Noi di destra. L’idea del governissimo PD-PDL fa ribrezzo, ma qual è l’alternativa?
Noi di destra siamo schifati all’idea di fare un governissimo con il Partito Democratico che per due mesi ci ha trascinati in un marasma istituzionale storicamente vergognoso, soprattutto davanti alla crisi. E la voglia di dire NO a qualsiasi inciucio con la sinistra è tanta. Più di quanta ce ne sia a sinistra, che di inciuci, ribaltoni e governissimi ne hanno la cultura. Ma la domanda che un cittadino che vota a destra dovrebbe porsi è questa: l’alternativa?
Facile dire: “voto”. È la prima cosa che viene in mente. La logica democratica impone questo modo di pensare: o governa chi vince o si vota se non può. Del resto, è inammissibile che un governo sia fatto da coloro i quali, fino al giorno prima le elezioni, si davano battaglia a suon di slogan. Ed è altrettanto inammissibile che un governo venga fatto insieme a chi non si stima e del quale non ci si fida. E questo è il caso del PD e del PDL.
Poi, certo, ognuno può facilmente concludere che sono tutti uguali e che alla fine le schermaglie sono solo di facciata. Il grillismo usa questo artificio retorico per distinguersi della massa, ma la verità è ben più complessa. Indubbiamente ci sono molte più cose che accomunano il centrodestra e il centrosinistra, più di quante li dividano, ma quelle poche cose che li separano sono pesanti e direi persino determinanti. Altrimenti non staremmo qui a scriverci su.
La questione dunque è tutta istituzionale. È la nostra Costituzione, prima di tutto, che favorisce gli inciuci e i governissimi. Sancendo una forma di parlamentarismo spinto con un Governo subordinato completamente (e irragionevolmente) alla volontà delle Camere, affinché questo possa nascere deve ottenere la fiducia di entrambe, e la fiducia la si ottiene a maggioranza. Perciò, se una maggioranza politica manca nel campo “vincitore”, si è costretti a cercarla nel campo avversario. Non esistono alternative, tranne il voto (semestre bianco permettendo).
E se poi il voto è basato su un meccanismo che non permette una vittoria netta per chi non ottiene molti voti? La questione allora si complica. Perché il porcellum (ed è questa, paradossalmente, la sua forza) impedisce proprio che si possa vincere per uno scarto minimo di voti. Cosa buona e giusta naturalmente, ma fino a un certo punto. Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi.
Dunque, parlamentarismo spinto e vocato all’inciucio + legge elettorale pensata per impedire vittorie risicate non possono che essere un mix micidiale per la nostra governabilità. Conseguenza? Governissimo o voto. Ma il voto non è sempre la migliore soluzione se l’Italia ha bisogno di essere governata e non di essere cacciata ancora una volta dentro la cabina elettorale. Il governissimo diventa perciò una scelta sì obbrobriosa, ma comunque obbligata. Obbligata per Costituzione e per necessità.
È inutile pertanto lamentarsi o scandalizzarsi. Forse entrambi i sentimenti hanno una loro ragione quando il governissimo è fatto per impedire alla parte politica vincitrice di governare (vedi Governo Berlusconi e uso politico dello spread), ma non quando oggettivamente quella parte politica non ha i numeri per reggere un confronto in Parlamento (vedi Governo Bersani morto nella culla). Allora, seppure non sia moralmente giusto, è comunque accettabile, almeno per un certo periodo di tempo. Il resto è solo becero populismo.
Il che mi porta a concludere che l’attuale sistema costituzionale è del tutto inadeguato alla dinamicità della politica italiana. È un sistema troppo rigido, ma allo stesso tempo è anche troppo flessibile, poiché capace di creare delle vere e proprie bizzarrie politiche. Anche negli altri paesi esistono i governissimi (almeno in quelli a forma parlamentare), ma sono rari e legati a particolari eventi. Da noi invece rischiano di diventare la regola che svilisce l’identità politica e le scelte democratiche dei cittadini. Soprattutto quando sono imposti (ma questo non è il caso) senza una reale ragione politica e istituzionale.
Non è così che deve andare. L’Italia ha bisogno di Governi che non siano sempre il frutto di un compromesso trasversale; compromesso non sempre capito dai cittadini. Ecco perché la soluzione presidenziale è quella giusta. Dobbiamo fare uno sforzo di maturità per trovare una sintesi capace di ridisegnare la nostra Costituzione. Il nostro paese ha il sacrosanto diritto di avere Governi stabili, duraturi e forti. La nostra intrinseca debolezza istituzionale si ripercuote (e non poco) nei rapporti internazionali e crea sfiducia nei cittadini, allontanandoli dalla politica. Il parlamentarismo spinto, imposto sull’onda dell’antifascismo, oggi è solo un ingombro ed è palesemente fallito, per non dire bollito.
E' tempo di svegliarsi
Sta arrivando l'uomo della provvidenza. E io, in vita mia, di questi personaggi ne ho già conosciuto uno. Mi è bastato. Per sempre.......
Non sono certo che il grande pubblico sia in grado di capire che Beppe Grillo costituisce la versione genovese del folletto dispettoso delle fiabe, un incubo esilarante, il rigurgito della nostra cattiva coscienza. Chissà: forse è meglio che rimanga «off limits»,
Lo considero il più efficace comico in circolazione. Anzi: «comico» non è la parola giusta. Grillo non è un comico, non è un moralista, non è un predicatore: è tutte queste cose insieme. Nel panorama dello spettacolo italiano, dove abbonda il bollito misto, è un'eccezione ambulante (e urlante).
Berlusconi ha straordinarie qualità di imprenditore – coraggio, fantasia, forza di lavoro – che gli hanno valso il successo in tutti i campi in cui si è cimentato. Una sola cosa non gli riesce di fare, il presidente della Repubblica.
Quello che ci ripugna è che, per mettere un controllo all'autorità politica, ci sia bisogno di ricorrere all'autorità giudiziaria. Cioè che, alla fine, noi avremo le riforme istituzionali non per via politica, ma per via giudiziaria e processuale. Questo ci allarma anche perché, come avrete ben capito, la mia opinione dei politici è molto bassa, ma quella dei giudici non è migliore. Perché anche i giudici sono stati corrotti dalla partitocrazia. Lo dimostra il semplice fatto che molti di loro ostentano la tessera di partito. Un giudice che ha venduto la propria imparzialità ai partiti è un giudice che, prima di processare gli altri, dovrebbe essere processato lui e cacciato in galera. Lo so che a dire queste cose si possono avere dei dispiaceri, ma io di dispiaceri in vita mia ne ho avuti tanti che, uno più o uno meno, non mi fa nessunissimo effetto
Una cultura che perde i contatti col pubblico si sterilisce e muore. Questa è la verità. E la nostra cultura è assolutamente sterile. Noi culturalmente non contiamo più nulla nel mondo. Perché? Perché è chiusa in sé stessa, la cultura, ha perso i contatti col pubblico, con la vita. Non c'è più. Sono mummie. Non è più cultura: è mafia....
Non sono certo che il grande pubblico sia in grado di capire che Beppe Grillo costituisce la versione genovese del folletto dispettoso delle fiabe, un incubo esilarante, il rigurgito della nostra cattiva coscienza. Chissà: forse è meglio che rimanga «off limits»,
Lo considero il più efficace comico in circolazione. Anzi: «comico» non è la parola giusta. Grillo non è un comico, non è un moralista, non è un predicatore: è tutte queste cose insieme. Nel panorama dello spettacolo italiano, dove abbonda il bollito misto, è un'eccezione ambulante (e urlante).
Berlusconi ha straordinarie qualità di imprenditore – coraggio, fantasia, forza di lavoro – che gli hanno valso il successo in tutti i campi in cui si è cimentato. Una sola cosa non gli riesce di fare, il presidente della Repubblica.
Quello che ci ripugna è che, per mettere un controllo all'autorità politica, ci sia bisogno di ricorrere all'autorità giudiziaria. Cioè che, alla fine, noi avremo le riforme istituzionali non per via politica, ma per via giudiziaria e processuale. Questo ci allarma anche perché, come avrete ben capito, la mia opinione dei politici è molto bassa, ma quella dei giudici non è migliore. Perché anche i giudici sono stati corrotti dalla partitocrazia. Lo dimostra il semplice fatto che molti di loro ostentano la tessera di partito. Un giudice che ha venduto la propria imparzialità ai partiti è un giudice che, prima di processare gli altri, dovrebbe essere processato lui e cacciato in galera. Lo so che a dire queste cose si possono avere dei dispiaceri, ma io di dispiaceri in vita mia ne ho avuti tanti che, uno più o uno meno, non mi fa nessunissimo effetto
Una cultura che perde i contatti col pubblico si sterilisce e muore. Questa è la verità. E la nostra cultura è assolutamente sterile. Noi culturalmente non contiamo più nulla nel mondo. Perché? Perché è chiusa in sé stessa, la cultura, ha perso i contatti col pubblico, con la vita. Non c'è più. Sono mummie. Non è più cultura: è mafia....
Troppi lo Sanno....ma non fanno niente per Cambiare..!!!!
Conosco molti furfanti che non fanno i Moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante. Senza, per carità, allusione .....!!!!
Gli italiani non si dividono in furbi e in fessi, siamo nello stesso tempo tutti furbi e fessi !!!
I nostri uomini politici non fanno che chiederci, a ogni scadenza di legislatura, «un atto di fiducia». Ma qui la fiducia non basta; ci vuole l'atto di fede...!!!!
In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire. Lo diceva Mussolini: «Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?»....
Il bello dei politologi è che, quando rispondono, uno non capisce più cosa gli aveva domandato...
In Italia non c'è una coscienza civile, non c'è un'identità nazionale che tenga insieme uno Stato federale e garantisca la civile convivenza delle sue parti.
Sono convinto che la magistratura debba essere indipendente, però chiedo ed esigo che abbia un autogoverno di controllo, e che soprattutto risponda dei suoi gesti. Oggi noi abbiamo una magistratura che non risponde a nessuno dei suoi errori spesso catastrofici, perchè hanno distrutto uomini, hanno distrutto aziende per delle cose che poi si son rilevate insussistenti. Mai un magistrato ha pagato per questo. Io voglio che i magistrati paghino. Non dico a dei poteri esterni, ma perlomeno al potere a cui viene affidata la disciplina nella categoria.
Renzi il Democristiano Moderno che fa quello che vuole e ci porterà al suo Potere assoluto!!!
Berlusconi è il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne !!!
Salvini l'uomo che cavalca l'onda della protesta passando da sinistra a destra con frasi celebri che piacciono alla massa ma a cui non crede neanche a una parola di quello che dice e fa..!!!!!
Meloni brava persona che non ha avuto il coraggio di andare da sola contro tutto e tutti senza pensare alle % e ai compagni di viaggio che con le sue idee non centrano NIENTE...!!!!
Grillo ci prende tutti per il culo e continua il suo lavoro quello di fare il COMICO.
FORSE E' ARRIVATO IL TEMPO DI CREARE DALLA BASE UNA CLASSE DIRIGENTE NON VENDIBILE - NON COMBRABILE .... GENTE CHE CON LA PROPRIA INTELLIGENZA E LA PROPRIA CAPACITA' RILANCI IL NOSTRO PAESE E RIDIA LA DIGNITA' AD OGNI ITALIANO..... LE PERSONE CI SONO SI DEVE AVERE IL CORAGGIO DI UNIRSI E COMINCIARE SENZA SE SENZA MA ....!!!! LOTTIAMO PER LE NOSTRE IDEE LOTTIAMO PER IL NOSTRO FUTURO E QUELLO DEI NOSTRI FIGLI.... IN POCHE PAROLE RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO PAESE LA NOSTRA NAZIONE IL NOSTRO DIRITTO DI VIVERE..!!!!!!
Gli italiani non si dividono in furbi e in fessi, siamo nello stesso tempo tutti furbi e fessi !!!
I nostri uomini politici non fanno che chiederci, a ogni scadenza di legislatura, «un atto di fiducia». Ma qui la fiducia non basta; ci vuole l'atto di fede...!!!!
In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire. Lo diceva Mussolini: «Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?»....
Il bello dei politologi è che, quando rispondono, uno non capisce più cosa gli aveva domandato...
In Italia non c'è una coscienza civile, non c'è un'identità nazionale che tenga insieme uno Stato federale e garantisca la civile convivenza delle sue parti.
Sono convinto che la magistratura debba essere indipendente, però chiedo ed esigo che abbia un autogoverno di controllo, e che soprattutto risponda dei suoi gesti. Oggi noi abbiamo una magistratura che non risponde a nessuno dei suoi errori spesso catastrofici, perchè hanno distrutto uomini, hanno distrutto aziende per delle cose che poi si son rilevate insussistenti. Mai un magistrato ha pagato per questo. Io voglio che i magistrati paghino. Non dico a dei poteri esterni, ma perlomeno al potere a cui viene affidata la disciplina nella categoria.
Renzi il Democristiano Moderno che fa quello che vuole e ci porterà al suo Potere assoluto!!!
Berlusconi è il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne !!!
Salvini l'uomo che cavalca l'onda della protesta passando da sinistra a destra con frasi celebri che piacciono alla massa ma a cui non crede neanche a una parola di quello che dice e fa..!!!!!
Meloni brava persona che non ha avuto il coraggio di andare da sola contro tutto e tutti senza pensare alle % e ai compagni di viaggio che con le sue idee non centrano NIENTE...!!!!
Grillo ci prende tutti per il culo e continua il suo lavoro quello di fare il COMICO.
FORSE E' ARRIVATO IL TEMPO DI CREARE DALLA BASE UNA CLASSE DIRIGENTE NON VENDIBILE - NON COMBRABILE .... GENTE CHE CON LA PROPRIA INTELLIGENZA E LA PROPRIA CAPACITA' RILANCI IL NOSTRO PAESE E RIDIA LA DIGNITA' AD OGNI ITALIANO..... LE PERSONE CI SONO SI DEVE AVERE IL CORAGGIO DI UNIRSI E COMINCIARE SENZA SE SENZA MA ....!!!! LOTTIAMO PER LE NOSTRE IDEE LOTTIAMO PER IL NOSTRO FUTURO E QUELLO DEI NOSTRI FIGLI.... IN POCHE PAROLE RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO PAESE LA NOSTRA NAZIONE IL NOSTRO DIRITTO DI VIVERE..!!!!!!
domenica 26 ottobre 2014
Cominciamo con i programmi...!!!!
Alcune proposte ricevute da sviluppare.....
Pressione fiscale -
Riduzione della pressione fiscale per favorire la ripresa dei consumi, gli investimenti e creare nuova occupazione. Prevedere inoltre la possibilità’ di detrazione ai fini dell’IRPEF di tutte le spese sostenute per assicurare, attraverso il contrasto di interessi, uno strumento valido e adeguato di lotta all’evasione in una società di massa come la nostra. Bisogna pure eliminare l’IMU, almeno dalla prima casa. E’ altresì necessario un consistente alleggerimento fiscale in favore delle imprese. -
Lavoro e giustizia sociale -
L’assistenza nei confronti dei soggetti più deboli è un diritto sancito dalla Costituzione, che deve essere attuato. l’abolizione della Cassa integrazione così com’è stata finora realizzata e l’istituzione di un salario sociale, per tutti coloro che hanno perso o non hanno ancora un posto di lavoro, con una durata limitata e la obbligatorietà’ di frequenza a corsi di riqualificazione. Inoltre uno Stato civile e moderno deve eliminare le pensioni di invalidità fasulle, riconoscendo e sostenendo unicamente i portatori di handicap e riorganizzando il carico assistenziale, che oggi grava tutto, o quasi, sulle famiglie. -
Burocrazia -
Il costo della burocrazia in Italia e’ largamente superiore al 50% del Pil, cioè quasi il doppio dei paesi avanzati concorrenti. Bisogna drasticamente ridurre la mostruosa presenza che produce soltanto costi, ritardi e corruzione, responsabilizzando i cittadini; bisogna prevedere che ogni iniziativa economica possa essere avviata sulla base di autocertificazioni. La pubblica amministrazione potrà fare una verifica successiva. Una tale trasformazione culturale e organizzativa potrà garantire una riduzione del numero degli addetti e relativi costi, ma soprattutto eviterebbe gli oneri indiretti, da attribuire ai ritardi e alla rendita parassitaria di un potere ottocentesco. -
Europa: l’Italia
e’ sempre stato un Paese a vocazione europeista - Oggi le difficoltà nate dalla crisi e dall’egoismo di alcuni paesi hanno reso più incerta la passione dei nostri cittadini verso un’Europa unita. Le elezioni europee del prossimo anno dovrebbero essere l’occasione per ridare agli Italiani l’entusiasmo perduto e riaccendere l’orgoglio di porsi come Paese guida del processo di rilancio politico dell’UE. I Liberali ritengono che bisogna arrivare ad un sistema europeo bicamerale, di cui una sia rappresentata dal Parlamento eletto dal popolo e l’altra dai rappresentanti dei governi, con eguali poteri. Inoltre sostengono la necessità di un governo europeo che derivi direttamente dalla volontà popolare. I rapporti con i paesi del Mediterraneo non appartenenti all’UE, rappresentano poi uno dei punti di forza del ruolo delle nazioni mediterranee del Sud Europa e il nostro Paese deve essere fra i promotori di questo importante nuovo ruolo politico dell’Europa nei confronti del mondo arabo moderato frontaliero, confermando la salda alleanza con Israele. Nel processo di unificazione sono stati fatti molti errori. Il più grande è quello che ha fatto prevalere all’Europa dei popoli, quella dei burocrati e ragionieri. Come sempre i cittadini sono più avanti delle rispettive classi dirigenti perché hanno il privilegio di farsi guidare dall’utopia. L’Europa unita e’ anche questo.
Crescita e occupazione -
La priorità assoluta per il Paese è la crescita, che comporta nuovi investimenti dei privati, con conseguente occupazione ed ampliamento dei consumi. Se lo Stato, anziché continuare con regole vessatorie, decidesse di sostenere realmente il mercato, agevolando l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali a costo zero ed assicurando, per la fase di rodaggio, un consistente risparmio fiscale, automaticamente si innescherebbe una virtuosa spirale di crescita del Pil. La valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, il turismo, la situazione climatica favorevole e la Green economy (sia in campo agricolo, che artigianale ed industriale) potrebbero costituire una straordinaria opportunità, che, insieme, produrrebbe lo sviluppo dei connessi servizi, valorizzando il più importante patrimonio nazionale e la vocazione principale del mezzogiorno. -
SI PUO' FARE
Sforziamoci di sradicare la disonestà, la corruzione, gli interessi personalistici; acquisiamo la consapevolezza che l’unica via possibile è quella della solidarietà, della fratellanza, del bene comune; mettiamo da parte le pulsioni negative come l’orgoglio, la voglia di autoaffermazione, e abbracciamo il cammino di un rinnovamento dello spirito e della civiltà.... Liberiamoci dal male e impariamo... a ringraziare per quello che abbiamo e per quello che avremo..!!! Continuare a piangersi addosso nn avere il coraggio di lottare Veramente ma il solo lamentarsi di uno o dell'altro nn farà altro che affossarci..!!! Insieme possiamo se non ci perdiamo dietro a quelli che con le loro lamentele ci portano sempre più giu..!!! BASTA il coraggio l'amore il grazie nel cuore per il dono della Vita ci deve dare la forza di andare avanti e sconfiggere il Nemico... Chiunque esso sia...!!! Solo con Voi possiamo costruire di nuovo il Nostro Futuro... Grazie a chi ha il coraggio nn solo qui su FB dove sono tutti eroi ma in mezzo alla gente nelle piazze....!! Noi siamo pronti e nn ci spaventa nessuno...!!! 1000000 di operai scesi in piazza e strumentalizzati senza le aziende senza gli imprenditori chi ci dà il lavoro ??? La gente come la Camusso..?? Basta Uniti per i diritti di tutti e per il bene del Nostro Popolo e dei Nostri figli..!!! A casa i pagliacci e avanti le tanti menti e persone per bene che sono in grado di far Rinascere la Nostra Terra..!!
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venerdì 27 giugno 2014
Comune Padova obbliga uso crocefisso
(ANSA) - PADOVA, 25 GIU - Il Comune di Padova acquista e regala, rendendolo obbligatorio in tutti gli uffici pubblici , il crocifisso. A fare questa scelta il neosindaco della Lega Massimo Bitonci che ne ha dato notizia attraverso i social network. "Ora in tutti gli edifici e scuole - scrive Bitonci - un bel crocifisso obbligatorio regalato dal Comune. E guai a chi lo tocca". L'annuncio è stato lanciato stamattina da Bitonci attraverso la sua pagina Facebook.
giovedì 26 giugno 2014
Noi Siamo Contro la DROGA!!!!!
26 giugno 2014:
In occasione della Giornata Mondiale per la Lotta alla Droga, Noi Di Destra – Brescia, vuole esprimere tutto il proprio dissenso verso le politiche sulla droga attuate dall'attuale Governo, dal PD Renziano con l'appoggio del NCD e da tutto il Centrosinistra.
Noi Di Destra continua a protestare contro il decreto legge sulla droga approvato da Montecitorio.
“Un provvedimento scellerato che rappresenta un totale passo indietro nella lotta alle sostanze stupefacenti” dichiara Simone Massenxa, Presidente Provinciale di NDD "Reintroducendo la distinzione tra droghe “Leggere” e “Pesanti” e depenalizzando fortemente l’uso di sostanze stupefacenti, il Governo Italiano ha favorito e continua a favorire gli spacciatori e i criminali e considera la lotta alla droga solo come un fatto esclusivamente sanitario. Le legalizzazioni delle cosiddette “Droghe Leggere”, anche parziali, oltre ad essere quanto meno discutibili sul piano legislativo” conclude il Presidente Massenza “non producono gli effetti che si erano prefissate”.
“Vogliamo ricordare e condividere le parole di Papa Francesco di pochi giorni fa “No ad ogni tipo di droga. Semplicemente, no ad ogni tipo di droga” continua Il Presidente di NDD-Brescia “La droga è un male, e con il male non ci possono essere cedimenti né tanto meno compromessi. Pensare di poter ridurre il danno, consentendo l'uso di psicofarmaci a quelle persone che continuano ad usare droga, non risolve affatto il problema. Lo conferma il nuovo approccio sulle terapie con il metadone, non più finalizzato al recupero della persona ma che rischia di cronicizzare la dipendenza. Le droghe sostitutive” conclude Inselvini “non sono una terapia sufficiente, ma un miserabile modo velato di arrendersi al fenomeno. La droga non si vince mai con la droga!”
L'attuale Governo, inoltre, ignora la prevenzione, il recupero e il reinserimento socio-lavorativo degli ex tossicodipendenti e tutti gli aspetti psicologici e sociali del problema.Il flagello della droga continua ad imperversare in forme e dimensioni impressionanti in Italia e rappresenta un pericolo in crescita per giovani ed adolescenti:
In Italia, ogni anno, ci sono 390 vittime per overdose
Il 74% degli incidenti stradali del weekend è causato dall’uso di droghe
L'83% dei reati violenti in Italia vengono compiuti sotto effetto di droghe e stupefacenti
Il 15% dei consumatori, a causa della droga, è affetto da psicosi, apatia, attacchi di panico, depressione e tendenze suicide
Le droghe causano danni al sistema immunitario, perdita della memoria, insufficienza renale, cancro, morte
“Quando un giovane non ha un orizzonte, nè speranza, cade più facilmente nell'offerta della droga” conclude Simone Massenza “Il lavoro, l’educazione, lo sport, la salute sono la strada della prevenzione; se si realizzano questi non ci può essere più posto per la droga, per l'abuso di alcool, per ogni altra dipendenza. Noi Di Destra, non solo nella Giornata Mondiale ma da mesi, sta portando avanti una Campagna contro la droga, in collaborazione con Gioventù Nazionale, su tutto il Territorio provinciale ed in special modo fuori da Istituti Superiori ed Università, dal titolo "Non drogarti se hai coraggio”.
Dopo aver abolito il reato di immigrazione clandestina e aver cancellato ogni certezza della pena grazie agli “Svuota Carceri”, la Sinistra e i sedicenti partiti di Centrodestra che sostengono Renzi legalizzano di fatto la droga.
Una vergogna che Noi Di Destra continuerà a far conoscere ai giovani ed a tutti gli Italiani e che combatterà con ogni mezzo.
Varedo, Figini scrive ai parlamentari: “Servizi sociali in difficoltà”
giovedì 26 giugno 2014
Varedo, Figini scrive ai parlamentari: “Servizi sociali in difficoltà”
Varedo, Figini scrive ai parlamentari: “Servizi sociali in difficoltà”
Pubblicato il 26 giugno 2014 da redazione
Le famiglie sono in difficoltà, ma il Comune non è messo nelle condizioni migliori per poterle seguire in modo ottimale. Pochi trasferimenti dallo Stato, troppi vincoli. Per questo motivo Matteo Figini, assessore ai Servizi alla persona, nei giorni scorsi ha deciso di inviare una lettera ai capigruppo della Camera dei Deputati.
Uno scritto con cui, a cuore aperto, chiede a tutti i rappresentanti delle varie forze politiche di riflettere sulla situazione attuale che, in fin dei conti, non consente a chi è sul territorio di dare risposte concrete ai primi bisogni del cittadino. La pubblichiamo integralmente.
Stimatissimi Onorevoli tutti,
chi vi scrive è un giovane Assessore di un Comune brianzolo, Varedo, di poco più di 13.000 residenti. Il colore politico, mio e dell’amministrazione, non ha importanza alcuna…
Rappresento un Comune che, come tanti, soffre enormemente delle decisioni di finanza pubblica assunte, lì da voi, a Roma.
Non voglio entrare in disquisizioni più o meno tecniche sulla bontà e l’utilità del Patto di Stabilità, ma mettete tutti una mano sul cuore (e il colore politico nel cassetto) e vi chiedo dieci minuti per riflettere insieme.
Solo nel 2010 il bilancio del nostro settore Servizi Sociali poteva vantare su risorse per € 1.591.300.
Ad oggi siamo a un totale previsionale (da approvare) per il 2014 di € 1.374.835 che difficilmente non diminuiranno (-216.000 €; e sembrano pochi, ma per garantire almeno il Sociale abbiamo tagliato in altri settori…).
Faccio presente che, pur con qualche aumento tariffario e con prossimi aumenti tributari in generale viste le decisioni degli ultimi governi (TASI, ecc), stiamo garantendo i medesimi servizi: è quindi riconoscibile che, probabilmente, in tempi di “vacche grasse” si gestiva la cosa pubblica un po’ più con superficialità, mentre, oggi, facendo economie e studiando al meglio come spendere ogni risorsa, sicuramente si risparmia.
Ma…
Ovviamente la congiuntura economica sfavorevole si riflette anche sulla drastica diminuzione di oneri di urbanizzazione nelle entrate comunali: segno che prima era tutto, e troppo, basato sulla cementificazione.
Un comune dava servizi solo se cementificava…e in questo qualcosa di distorto c’è, o no?
Secondo me sì: e succede ancora.
Un Comune che “riqualifica” grosse aree e ha la fortuna di incassare congrui oneri, ha modo di spendere e garantire, migliorando e ampliando, i propri servizi.
E quando invece un Comune ha la “sfortuna” di non poter quasi più contare su oneri? Che si fa se dallo Stato Centrale non arriva un “ghello”? O meglio: se lo Stato non ci fa spendere come dovremmo (e potremmo vista la liquidità in cassa)?
Quindi sono diminuiti i trasferimenti da tutti gli enti sovraordinati, ma vanno sempre più aumentando le domande e i bisogni sociali. Non ci sarà mica da stupirsi di questo: è la realtà con cui facciamo i conti ogni giorno. Settimanalmente si presentano alle mie quattro ore di appuntamento libero in Municipio cittadini con in mano: bollette da pagare, curriculum, lettere di licenziamento, di mobilità.
Nel 2013 abbiamo avuto 32 nuovi casi di persone “nuovi-poveri” presentatisi all’assistenza sociale; da gennaio 2014 già altre 24. Molti di questi casi si ripresentano più e più volte a seconda del tipo di problematica che l’assistenza si trova a gestire (h/uomo/caso sono in costante aumento).
Sommando queste persone all’utenza “storica”, ad oggi stiamo seguendo più di 80 casi di persone bisognose. Non solo…
Stiamo gestendo 10 sfratti già esecutivi senza alloggi popolari ad oggi liberi.
Abbiamo 9 adulti, di cui 4 in casa di riposo e 5 in residenze per disabili, tutti parzialmente o completamente a carico dell’Ente.
Seguiamo 64 casi di minori con variegate criticità (famigliari, comportamentali, ecc) e solo da gennaio 2014 il loro numero è aumentato di 13 unità.
E, soprattutto, 9 minori in comunità (o strutture di accoglienza diurne) sottratti ai genitori che ci costano un totale di € 147.436 (più del 10% del totale della spesa sociale).
Insomma: più di 150 persone a Varedo sono in carico/seguite dal Servizio alla Persona.
Abbiamo 9 adulti, di cui 4 in casa di riposo e 5 in residenze per disabili, tutti parzialmente o completamente a carico dell’Ente.
Seguiamo 64 casi di minori con variegate criticità (famigliari, comportamentali, ecc) e solo da gennaio 2014 il loro numero è aumentato di 13 unità.
E, soprattutto, 9 minori in comunità (o strutture di accoglienza diurne) sottratti ai genitori che ci costano un totale di € 147.436 (più del 10% del totale della spesa sociale).
Insomma: più di 150 persone a Varedo sono in carico/seguite dal Servizio alla Persona.
E stiamo facendo tutto ciò con in organico un solo Assistente Sociale a 30 ore settimanali, avendo “perso” due figure importanti negli ultimi mesi, una per maternità e l’altra per mobilità presso un altro ente.
Perché non assumiamo?
Perché vuoi le ferree regole alla spesa di personale da un lato e un accertamento da parte della Corte dei Conti dall’altro, non possiamo farlo.
Non entro nel merito ovviamente nelle decisioni della Corte, ma ritengo comunque che si debba rivalutare una legge secondo la quale da un possibile errore (tecnico e/o politico accertato dalla giustizia contabile) ne debbano scottare le conseguenze delle persone che non c’entrano nulla ed in assoluto stato di bisogno.
Detto tutto ciò (e potendomi dilungare a dismisura, ma fermandomi qui, perché non voglio annoiarvi e voglio puntare all’efficacia di queste righe): perché vi scrivo?
Perché ritengo indispensabile iniziare a valutare di scorporare parte della spesa sociale dal calcolo del Patto di Stabilità: il patto stesso ritengo debba essere severo con chi sperpera, con chi fa il “di più”; severo con chi sceglie “pavé al posto dell’asfalto”, con chi fa marciapiedi “rossi e verdi” e non puramente asfaltati, con chi spende per servizi alla persona non essenziali, con chi “si garantisce le rielezioni” con opere faraoniche e/o assolutamente inutili.
Di certo non dovrebbe porre limitazioni a spese obbligatorie per legge. Ad impegni ai quali se un Comune non adempie, un dirigente pubblico o un politico ne rispondono personalmente!
Un solo chiaro esempio?
Se un giudice del tribunale dei minori, “dalla sera alla mattina”, affida al Sindaco un minore in comunità a 75/100 € pro-die, per quale motivo, a causa del Patto, io devo distogliere fondi per alcuni servizi destinati alla collettività indistinta per convogliare migliaia di euro mensili per una sola persona?
Trovare soldi per una comunità per un minore significa distogliere fondi da:
- pasti a domicilio: usufruiti da circa 20 cittadini anziani o non in grado di cucinare da sé;
- assistenza domiciliare: circa 15 cittadini, più lista d’attesa perché con il nostro bilancio non riusciamo a garantire il servizio per più persone;
- contributi economici agli indigenti, tra i quali i nuclei che subiscono uno sfratto;
- servizio di integrazione lavorativa disabili (10 utenti in carico).
Certo UN bambino come quello descritto sopra è meritevole di tanti aiuti, sfortunato, da assistere in toto, ma pur sempre UNO e non decine e decine, centinaia forse, come le persone che oggi hanno bisogno in paese.
Perché, se facessi presente queste difficoltà, mi verrebbe probabilmente risposto che le risorse vanno reperite tagliando altrove?
Perché devo reperire tagliando altrove quando i soldi sono lì, nelle casse della tesoreria comunale di Varedo come in quella di migliaia di altri Comuni in Italia?
Sono queste le dinamiche distorte del Patto di Stabilità: applicare senza distinguo una pura legge fatta di tecnicismi che ignora tutte le sfaccettature che, oggi più che mai, possiede una gestione attenta del Welfare, del servizio sociale.
Spero che, su queste profane righe scritte di getto senza la pretesa o la presunzione di essere “sacerdote di verità legislativa”, un assessore di provincia abbia saputo smuovere un po’ le vostre coscienze.
Darò ovviamente massima diffusione a questa lettera e spero che ognuno di voi troverà del tempo per rispondere, ma, meglio ancora, tempo per agire concretamente con gli atti parlamentari che riterrete più efficaci per portare all’attenzione del Governo queste criticità.
Matteo Figini
Matteo Figini
venerdì 13 giugno 2014
GLI “IMPRENDITORI IN MUTANDE” CHIEDONO GIUSTIZIA: EQUITALIA VA FERMATA
Gli “imprenditori in mutande” continuano la loro protesta nei confronti della loro macchina omicida: Equitalia
Questa volta si sono riuniti a Montecitorio, lo scorso 4 giugno, per chiedere al governo il commissariamento immediato della società incaricata della riscossione nazionale dei tributi e per illustrare i termini esatti del referendum abrogativo presentato in Cassazione.Nelle figure di Angelo Alessandri, Federico Tedeschini (l’uno segretario nazionale di Io Cambio, l’altro presidente del movimento stesso) e di Giuseppe Graziani, presidente di Cobas Imprese,
sono state denunciate le misure vessatorie di Equitalia, che, “negli ultimi 18 mesi ha procurato la morte di 162 imprenditori italiani, suicidatisi perché finiti nella morsa di questa macchina infernale”. E i dati non finiscono qui: “dal 2009 al 2013” ha ricordato Giuseppe Graziani “sono state 48.939 le imprese costrette a dichiarare fallimento. Negli ultimi cinque anni, circa 100mila case sono state messe all’asta per pignoramenti spesso legati a pretese fiscali ingiuste”.
In tempi di crisi l’efficientismo di Equitalia danneggia ulteriormente l’economia e dovrebbero essere introdotti criteri più morbidi: dalla dilazione dei tempi di pagamento alla diminuzione dei tassi di interesse, per esempio. E chi ne paga il conto, oltre ai singoli cittadini, sono soprattutto le imprese, che il più delle volte, sono obbligate a chiudere. Io Cambio e Cobas Imprese hanno fatto richiesta di referendum abrogativo, oltre che di commissariamento immediato, al fine di porre la società nelle mani di un commissario che sostituisca gli attuali organi dirigenti che appartengono per il 51% all’Agenzia delle Entrate e per il 49% all’Inps. “C’è una sentenza del TAR Lazio, dell’agosto 2011” ha riportato il presidente di Cobas Imprese “con la quale viene sancito che il 67% dei dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, che lavorano per Equitalia e hanno firmato le cartelle esattoriali, non avevano titolo di farlo. Ciò significa che queste cartelle sono nulle!”.
Sono necessari maggior controllo e precisione anche nell’esaminare le identità degli evasori. “Stamattina” ha raccontato Giuseppe Graziani “assieme a noi avrebbe dovuto esserci anche Noi Consumatori, nella figura dell’avvocato Pisani, che è invece rimasto bloccato in udienza per un caso allucinante di omonimia a Napoli: un tale, con un cognome molto comune nel capoluogo campano, ha ricevuto una cartella esattoriale di 25 milioni di euro, con conseguente messa all’asta della sua casa, sulla quale paga ancora il mutuo”. A Napoli risulta esserci un 18% di casi di omonimia. “Questo episodio” ha concluso Graziani “può toccare ognuno di noi, gente normale che vive di modesto stipendio mensile”.
Che Equitalia sia diventata ormai un problema per l’Italia lo ha ribadito anche il presidente di Io Cambio, Federico Tedeschini: “la società” ha spiegato il professore “è nata con le migliori intenzioni possibili, per far fronte al precedente sistema di riscossione, mal funzionante. Ma le sono stati forniti una serie di strumenti che sono stati utilizzati male. Gli esempi di picco portati da Graziani attirano l’attenzione dei media. La nostra battaglia vuol risolvere un problema ancor più generalizzato: quello di conciliare i bisogni finanziari dello Stato con la necessità di una equità fiscale”. Ciò, secondo gli economisti, può realizzarsi solo con la creazione del contrasto di interessi. “Con il referendum vogliamo attaccare il metodo che utilizza lo Stato italiano nel combattere l’evasione fiscale” ha detto, entrando più nello specifico. “L’Italia risulta essere l’unico Paese in Europa che non pone in contrasto gli interessi di chi paga una determinata somma con chi la riceve. Qualcuno, molto stupidamente, ha creduto di creare questo contrasto di interessi fermando per strada le macchine di grossa cilindrata, facendo allontanare gli yacht dai porti italiani, con il risultato che sono stati spostati in Grecia e in Francia” e, di conseguenza, anche l’economia! La politica fiscale italiana, secondo il professore, è una politica perdente, “prima ancora che a riscuotere, a far perdere competitività alle imprese. Ove invece si arrivasse a modificare la fiscalità creando il contrasto di interessi fondato sulla possibilità di scaricare i costi, noi risolveremmo facilmente, senza disordine e con beneficio per tutti, un problema che nasce sbagliato nel momento in cui si vuole contrastare contemporaneamente e paradossalmente l’elusione e l’evasione fiscale”.
Portando un esempio di ciò che è successo negli anni Cinquanta, il presidente di Io Cambio ha poi raccontato: “così come avveniva in quel periodo con il prezzo amministrato delle sigarette: aumentando il loro costo, aumentava il contrabbando”. Sono fatti ineliminabili e la politica si deve occupare di ottimizzare la lotta all’evasione, tenendo conto del fatto che l’evasione è e sarà sempre ineliminabile. Come mai in Italia solo l’1% delle dichiarazioni dei redditi – come riportano le statistiche - supera i 100mila euro? “Si capisce che c’è qualcosa che non va” ha ribadito Tedeschini “rispetto al tenore di vita di tutti gli italiani, che continua a cadere ogni giorno, ma che è comunque sempre troppo alto rispetto a quell’1%”.
“Il sistema fiscale italiano” ha concluso il professore “si fonda dunque sulla collusione di interessi, che fa sì che nascano strumenti come Equitalia, che utilizzano formalmente meccanismi ineccepibili, ma che abusano del diritto, non solo nella fase della riscossione, ma anche in quella della sua organizzazione, acquisendo ad esempio azioni di società di riscossione, senza ricorrere a procedimenti di confronto concorrenziale”.
Superare il modello Equitalia, a livello costituzionale, non basta; bisogna superare il modello fiscale e renderlo giusto attraverso il controllo stretto del passaggio di denaro da chi paga a chi riceve. “Questo controllo va dato ai cittadini per tutelare i propri interessi, cosicché la macchina fiscale, sgonfiata e sgombra dei problemi anche drammatici che prima richiamavano Graziani e Alessandri, potrà portarci i mezzi per mantenere uno stato sociale, per far sopravvivere le imprese, per pagare alle imprese i debiti che arrivano dalla pubblica amministrazione”.
“Diceva Benjamin Franklin” ha concluso Tedeschini “che nulla come la morte e le tasse è inevitabile, però la medicina ci insegna a morire meglio e più tardi. Occorre che la scienza delle finanze ci insegni a pagare le tasse meno e meglio”.
Un decimo di Montanelli
È bello smentire Indro Montanelli che pensava di finire dimenticato nel giro di un paio di generazioni.
È bello sapere che non ha scritto sull'acqua, come lui disse; o esiste la memoria dell'acqua, come dicono alcuni scienziati. Comunque fa piacere vedere un ragazzo che non fece in tempo a essere neanche lettore del Giornale diretto da Montanelli dedicare un libro a Indro «raccontato da chi non c'era» (Tutte le speranze edito da Rizzoli).
Paolo Di Paolo ha già curato due belle antologie montanelliane, ma questa non è una biografia né un saggio critico, non aggiunge nulla ai testi già usciti e racconta cose già note a chi ama Montanelli. Ma è bello vedere che il mito e la scrittura di Indro abbiano contagiato un «postero» che per giunta pende a sinistra. Vorrei obiettargli solo una cosa. Ha tutto il diritto di criticare il Giornale dopo Montanelli, una cosa però non può fare: disprezzare come una «bolla di retorica» le pagine uscite sul Giornale alla sua morte.
Chi scrisse di lui sul Giornale lo aveva amato e ammirato per una vita, salvo gli ultimi anni. Come, del resto, gran parte dei suoi lettori. Perché considerare autentici i necrologi corali della stampa che lo aveva detestato per una vita e lo riabilitò solo negli ultimi sette anni in quanto antiberlusconiano, e ritenere invece ipocriti i ricordi di chi lo aveva amato per i precedenti sessant'anni da conservatore, anticomunista e alle origini fascista?
È più falso elogiare l'ultimo decimo di Montanelli dimenticando i primi nove, che fare l'inverso.
domenica 18 maggio 2014
Salviamo il Nostro Paese dai ciarlatani...!!
Se oggi si andasse a votare, sei elettori su dieci non saprebbero chi scegliere (sondaggio Demetra- Sole24 Ore). Metà dell'elettorato, oltre il 50%, si dichiara schifata dei partiti e pronta a disertare le urne in caso di elezione.
La rabbia e la disillusione nei confronti della classe politica attuale cresce di giorno in giorno, e va detto che gli stessi partiti fanno di tutto per allargare il fossato fra il Paese e gli eletti, fra i rappresentanti delle istituzioni e la vita quotidiana della gente. Continuano imperterriti nella difesa ad oltranza di privilegi, corporativismi, insultanti giustificazioni di comportamenti e stili di vita che non sono altro che latrocini e dilapidazione di risorse pubbliche.
In più si aggiunge la pesantissima crisi economica, che aggrava drammaticamente la situazione delle famiglie e del lavoro, e che esigerebbe risposte concrete fatte di esempio, credibilità, coraggio, fermezza delle scelte e sguardo rivolto al futuro. In una parola sola: responsabilità.
In questo clima da Pompei della politica italiana, dove tutti i partiti sono in caduta libera di consensi, e segreterie e comitati centrali si muovono come formiche impazzite in un formicaio ormai andato distrutto, è facile che i primi a giovarsene siano i movimenti dell'anti-tutto, del grida-più-forte e sparala-più-grossa, di cui il Cinque Stelle di Beppe Grillo è il capofila, ma che annovera i vari «movimenti per la gente» come quello del patron del Palermo Zamparini, ma pure le urla apocalittiche e sconclusionate dei Di Pietro di turno o le incitazioni alla rivoluzione dei duri e puri alla Landini, con tanto di intellettuali da salotto a tener bordone.
Dopo vent'anni di populismo televisiv-peronista, il ricorso all'emergenza di un governo di tecnici per scongiurare la bancarotta sembrava aver insegnato agli italiani che la politica dei descamisados non porta da nessuna parte, e chi si presenta per abbattare «Roma ladrona» spesso è più ladrone degli altri e ai costumi romani fa in fretta ad adattarsi, trovandosi comodamente a proprio agio.
Invece niente, gli italiani ancora una volta sembrano chiedere alla politica di fare soltanto show, intrattenimento, spettacolo da distrazione per non pensare ai problemi concreti e ai cambiamenti necessari. L'ultima di Grillo, che ha raccolto scroscianti applausi, è l'impegno ad uscire dall'euro e a non pagare più il debito pubblico, dimenticandosi che sarebbe la rovina dei risparmiatori italiani e il fallimento dello Stato, che non potrebbe pagare più pensioni e stipendi pubblici. Ma tant'è, chi più la spara in questo momento, più raccoglie battimani. Compreso il sindacato che chiama a raccolta per lo sciopero generale (a che fine? con quale obiettivo? con quali risultati previsti), quando tutti gli scioperi generali degli ultimi anni hanno dimostrato di non aver cambiato una virgola della crisi in atto, e mai come oggi l'economia e i lavoratori hanno bisogno di produrre e garantire reddito per tenere in piedi la baracca (anche delle famiglie).
L'Italia del dopoguerra e della ricostruzione non è stata portata avanti con vuoti «movimenti della gente» (e sì che il qualunquismo di Giannini e di Lauro, e il movimento dell'«Uomo Qualunque» c'era anche allora), ma dalla quotidiana concretezza di figure politiche come De Gasperi, che non pensavano alla successiva elezione ma alla successiva generazione. Di questo oggi c'è bisogno, di responsabilità della politica, a destra come a sinistra, di progetti chiari e non estremisti, di volontà riformista, del passo dopo passo, sapendo che il cambiamento ha tempi lunghi, ma va incardinato oggi, con scelte che porteranno i loro effetti benefici domani.
Dopo vent'anni di populismo e demagogia, imboccare di nuovo la via dell'irresponsabilità della politica significherebbe la fine del Paese, annullando la fatica e i sacrifici che lavoratori e pensionati si sono assunti sulle proprie spalle per dare una svolta all'Italia.
Non possiamo permetterlo, rincorrendo il primo avventuriero parolaio che passa.
La rabbia e la disillusione nei confronti della classe politica attuale cresce di giorno in giorno, e va detto che gli stessi partiti fanno di tutto per allargare il fossato fra il Paese e gli eletti, fra i rappresentanti delle istituzioni e la vita quotidiana della gente. Continuano imperterriti nella difesa ad oltranza di privilegi, corporativismi, insultanti giustificazioni di comportamenti e stili di vita che non sono altro che latrocini e dilapidazione di risorse pubbliche.
In più si aggiunge la pesantissima crisi economica, che aggrava drammaticamente la situazione delle famiglie e del lavoro, e che esigerebbe risposte concrete fatte di esempio, credibilità, coraggio, fermezza delle scelte e sguardo rivolto al futuro. In una parola sola: responsabilità.
In questo clima da Pompei della politica italiana, dove tutti i partiti sono in caduta libera di consensi, e segreterie e comitati centrali si muovono come formiche impazzite in un formicaio ormai andato distrutto, è facile che i primi a giovarsene siano i movimenti dell'anti-tutto, del grida-più-forte e sparala-più-grossa, di cui il Cinque Stelle di Beppe Grillo è il capofila, ma che annovera i vari «movimenti per la gente» come quello del patron del Palermo Zamparini, ma pure le urla apocalittiche e sconclusionate dei Di Pietro di turno o le incitazioni alla rivoluzione dei duri e puri alla Landini, con tanto di intellettuali da salotto a tener bordone.
Dopo vent'anni di populismo televisiv-peronista, il ricorso all'emergenza di un governo di tecnici per scongiurare la bancarotta sembrava aver insegnato agli italiani che la politica dei descamisados non porta da nessuna parte, e chi si presenta per abbattare «Roma ladrona» spesso è più ladrone degli altri e ai costumi romani fa in fretta ad adattarsi, trovandosi comodamente a proprio agio.
Invece niente, gli italiani ancora una volta sembrano chiedere alla politica di fare soltanto show, intrattenimento, spettacolo da distrazione per non pensare ai problemi concreti e ai cambiamenti necessari. L'ultima di Grillo, che ha raccolto scroscianti applausi, è l'impegno ad uscire dall'euro e a non pagare più il debito pubblico, dimenticandosi che sarebbe la rovina dei risparmiatori italiani e il fallimento dello Stato, che non potrebbe pagare più pensioni e stipendi pubblici. Ma tant'è, chi più la spara in questo momento, più raccoglie battimani. Compreso il sindacato che chiama a raccolta per lo sciopero generale (a che fine? con quale obiettivo? con quali risultati previsti), quando tutti gli scioperi generali degli ultimi anni hanno dimostrato di non aver cambiato una virgola della crisi in atto, e mai come oggi l'economia e i lavoratori hanno bisogno di produrre e garantire reddito per tenere in piedi la baracca (anche delle famiglie).
L'Italia del dopoguerra e della ricostruzione non è stata portata avanti con vuoti «movimenti della gente» (e sì che il qualunquismo di Giannini e di Lauro, e il movimento dell'«Uomo Qualunque» c'era anche allora), ma dalla quotidiana concretezza di figure politiche come De Gasperi, che non pensavano alla successiva elezione ma alla successiva generazione. Di questo oggi c'è bisogno, di responsabilità della politica, a destra come a sinistra, di progetti chiari e non estremisti, di volontà riformista, del passo dopo passo, sapendo che il cambiamento ha tempi lunghi, ma va incardinato oggi, con scelte che porteranno i loro effetti benefici domani.
Dopo vent'anni di populismo e demagogia, imboccare di nuovo la via dell'irresponsabilità della politica significherebbe la fine del Paese, annullando la fatica e i sacrifici che lavoratori e pensionati si sono assunti sulle proprie spalle per dare una svolta all'Italia.
Non possiamo permetterlo, rincorrendo il primo avventuriero parolaio che passa.
mercoledì 7 maggio 2014
lunedì 5 maggio 2014
Muggiò, “l’ultimo dei liberali”. Intervista a Pietro Zanantoni [#elezionitourmb]
È il sindaco uscente di Muggiò. Dal 1995 in consiglio comunale, uno degli uomini di fiducia da cui il centrodestra vuole ripartire in Brianza. Pietro Stefano Zanantoni a Muggiò lo conoscono anche i sassi: fondatore del gruppo cittadino di Forza Italia nel 1994, sindaco dal 1999 al 2004 e dal 2009 al 2014, si definisce «un liberale di quelli veri, sin da ragazzo». Classe 1960, responsabile crediti in una nota banca nazionale, inizia il suo trascorso politico nella Gioventù Liberale, anno 1976. Si candida nella coalizione appoggiata da Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Lega Nord, Lista Civica Brianza 2009 per il bene di Muggiò, Unione di Centro e Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale.
Sindaco, spiega in un tweet che cos’è la politica
In un tweet non riesco. Diciamo che ogni individuo dovrebbe essere responsabile unico delle finalità della propria vita e scegliere liberamente il percorso per arrivarci. Alla politica (potere pubblico) compete non di ergersi a giudice delle finalità individuali ma di promuovere le condizioni migliori perché ciascuno possa perseguire il proprio scopo senza intralciare quello altrui. Questa e’ la mia idea della politica.
Qual è (se c’è) il personaggio (anche non politico) a cui ti ispiri?
Non ho un personaggio in particolare, sono un appassionato lettore di storia e bibliografie e traggo ispirazione dagli uomini che hanno avuto il coraggio delle proprie idee, che hanno lottato per poterle esprimere, che nella loro epoca sono stati degli innovatori. Quindi da Giulio Cesare ad Alessandro, da Carlo Magno a Napoleone, Einaudi, Croce, Gobetti, Regan, Thatcher, Blair, Leonardo da Vinci, Galileo, Michelangelo, Macchiavelli, Dante, Mandela, Kennedy, Martin Luther King, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci, Bill Gates e Steve Jobs. E parecchi altri. In comune hanno il coraggio, l’innovazione e un certo anticonformismo.
Chi è stato il primo sindaco di Muggiò?
Camillo Casati, ma dopo il referendum monarchia o repubblica Enrico Merati.
Hai cercato su internet o lo sapevi?
Abbiamo pubblicato un libro su Muggiò…
Descrivi Muggiò con tre aggettivi
Solidale, Accogliente e ora anche Vivace.
Qual è la cosa più brutta (che non va, che non funziona, che funziona male) di Muggiò?
Nonostante gli sforzi e le risorse non sono soddisfatto del taglio del verde e in parte della pulizia delle strade. Per la seconda delle due concorre anche la poca educazione di qualche cittadino che non ha a cuore la propria città. Per il verde: ne abbiamo tanto a Muggiò e il problema della crescita dell’erba diventa un incubo. Quando finisce un taglio bisogna cominciarne un altro. La città non sembra (ma è solo una impressione) mai in ordine.
Faresti il sindaco gratis?
La gratuità di qualsiasi cosa svilisce il suo valore. Il giusto compenso rende, nel caso del Sindaco, liberi di operare. Certo è che 834 euro al mese non mi sembrano una grande paga.
Anziché spiegarci perché dovrebbero votare per la tua lista, spiega perché i muggioresi non dovrebbero votare per gli altri candidati.
Perché il meglio deve ancora venire! Nonostante 5 anni di crisi economica che ha colpito l’Italia e anche il Comune ( il bilancio era di 22 milioni nel 2009 ora, nel 2014 è sceso a circa 15 milioni di euro) sono riuscito a non tagliare i servizi e mantenere la pressione fiscale comunale tra le più basse in Lombardia. Nessuno è rimasto solo, nessuno è rimasto indietro a Muggiò. Ho una buona esperienza e ancora molto entusiasmo ed idee innovative. Tra i miei avversari non vedo la mia esperienza, credo che l’entusiasmo sia circoscritto alla fase di scontro elettorale e di idee innovative nemmeno l’ombra. Sarebbe un ritorno al passato.
Da domani sei (di nuovo) sindaco. Cosa fai, nell’immediato?
Stanzierei dei “soldi” per il fondo “Aiutiamo le Famiglie”. Risorse da destinare a chi ad esempio è proprietario di una prima casa ma che si trova in difficoltà economica (perdita di lavoro, altre difficoltà) e che ora non può ricevere aiuti dal comune per l’annosa questione dei parametri isee). Dopo lavorerei sul fronte Expo per dare alle nostre imprese la possibilità di agganciare questa grande opportunità.
Una delle “grane” che più hanno fatto discutere Muggiò è relativa all’area Magic Movie. Ci sono novità?
Magic Movie è una grana datata 20 anni ormai. Ho portato alcuni privati personalmente a visionare l’immobile e qualche interesse l’ho riscontrato. L’amministrazione è pronta a fare il proprio dovere nell’applicazione puntuale del PGT: non verranno dati permessi che prevedono l’utilizzo di altre aree se non quelle attuali di sedime. Incrociamo le dita e speriamo che qualcuno lo compri all’asta.
Qual è stato l’errore più grande dell’attuale amministrazione di Muggiò?
Di errori grossolani non ne ho commessi. Complice la crisi economica che non ha favorito le soluzioni prospettate si poteva fare di più per il complesso Ravizza, abbiamo un bel progetto per l’utilizzo dell’immobile da trasformare nel Polo Socio Sanitario di Eccellenza e mi rode di non avere ricevuto ancora il “via libera” ufficiale per la ristrutturazione-ampliamento della Caserma dei Carabinieri.
Quale, invece, il merito maggiore?
Il merito maggiore e’ stato aver mantenuto e in qualche caso aumentato gli interventi sociali (oltre 3.000.000 di euro di spesa all’anno); aver aumentato le possibilità di incontro, divertimento, cultura, spendendo meno della passata amministrazione; avere una tassazione locale tra le più basse in Lombardia. Più soldi in tasca ai cittadini di Muggiò ma con maggiori servizi erogati e aver pagato puntualmente i nostri fornitori entro i 60 giorni di legge.
FONTE MB NEWS MONZA E BRIANZA
venerdì 2 maggio 2014
Per gli amici di FDI in Lombardia Riscatta l'Italia in Europa con Carlo Fidanza e Paola Chiesa #elezionieuropee2014
Chi sono
Diploma di maturità scientifica. Esami in giurisprudenza e in scienze della cooperazione internazionale per lo sviluppo.
Vicepresidente nazionale di Azione Giovani (An) dal 2004 al 2008, vicecoordinatore nazionale di Giovane Italia (PdL) dal 2008 al 2012.
Consigliere circoscrizionale di Milano (1997-2001); assessore ai servizi civici al comune di Desio (2005-2006); consigliere comunale di Milano (2006-2011) con il ruolo di capogruppo di Alleanza Nazionale (2006-2009), vice capogruppo PdL (marzo 2009-dicembre 2009) e presidente della commissione “EXPO 2015″ (luglio 2009-maggio 2011).
Vice coordinatore della Consulta nazionale giovani amministratori ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) – ANCI Giovane dal 2006 al 2011.
Deputato al Parlamento Europeo (2009) eletto nella lista del Popolo della Libertà nella circoscrizione Nord-Ovest con 26822 preferenze.
Membro della Commissione Trasporti e Turismo, è stato relatore sulla nuova strategia Ue per il Turismo e oggi coordina specifica task force sul tema. È stato inoltre relatore per il Ppe sulla riforma degli slot aeroportuali.
Membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale, ha seguito la riforma della Politica Agricola Comune (PAC).
È membro della delegazione Ue-Afghanistan.
Nel dicembre 2012 è stato tra i fondatori di Fratelli d’Italia – Centrodestra Nazionale, il nuovo movimento promosso da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto.
Dal gennaio 2013 è Vice Capodelegazione al Parlamento europeo, in seno alla delegazione PdL che riunisce anche gli eletti di altri partiti di centrodestra.
mercoledì 30 aprile 2014
Cento controlli sono troppi. Così la burocrazia azzoppa le Pmi: «Una patologia endemica»
La burocrazia non concede tregua alle imprese. Sono quasi 100 i controlli che gravano sulle pmi italiane, operati da ben 16 enti ed istituti differenti. A certificarlo è uno studio della Cgia di Mestre. «Una patologia endemica che caratterizza negativamente» il Paese, sentenzia il segretario Giuseppe Bortolussi.
INUTILI RIPETIZIONI. Dei 97 principali controlli individuati dalla Cgia di Mestre, 50 riguardano il rispetto dell’ambiente e la sicurezza nei luoghi di lavoro, 23 il fisco, 18 i contratti e 6 altre procedure amministrative. Sedici sono gli enti e gli istituti preposti ad effettuare i controlli. Inps, Inail e Agenzia delle Entrate, solo per citare i più noti. Ma anche le Aziende sanitarie locali, le Direzioni territoriali del lavoro, quelle regionali per la protezione dell’ambiente, i Vigili del Fuoco, la Polizia, la Guardia di Finanza e le Camere di commercio. Spesso, inoltre, gli stessi controlli sono effettuati da più enti, appesantendo ulteriormente gli aggravi per le imprese e i costi. Come avviene, per esempio, nel caso delle verifiche di conformità sugli impianti, per le quali gli imprenditori devono rispondere all’Asl locale, all’Inail, all’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente, ai Vigili del Fuoco, ai Carabinieri, alle Fiamme Gialle e al Comune o alla Polizia municipale. O come nel caso delle verifiche sulla presenza e il rispetto delle condizioni sulla corretta gestione dei rifiuti di competenza di 6 enti diversi. Come se il già di suo complicato Sistri, il Sistema per la tracciabilità elettronica dei rifiuti, non bastasse.
TROPPE LEGGI. «Con una legislazione spesso caotica e in molte circostanze addirittura indecifrabile – dichiara Bortolussi – per molte aziende, soprattutto quelle di piccola dimensione, è difficile essere sempre a norma. Ricordo che il 95 per cento delle imprese italiane ha meno di 10 addetti e non dispone, a differenza delle medie e grandi aziende, di nessuna struttura tecnica/amministrativa in grado di affrontare professionalmente queste problematiche. Detto ciò, non è nostra intenzione accusare nessuno, tanto meno gli enti di controllo che, spesso, sono anch’essi vittime di questa situazione. Troppe direttive, troppe leggi, troppi regolamenti creano solo confusione, mettendo in seria difficoltà non solo chi è obbligato ad applicare la legge, ma anche chi è deputato a farla rispettare».
INVESTIMENTI A RISCHIO. Il tema della burocrazia, fa notare la Cgia, è uno dei principali ostacoli che rallenta la crescita del nostro Paese, scacciando sempre più in là, all’orizzonte, i primi, pur deboli, segnali di una possibile ripresa economica. Quando non, addirittura, spinge direttamente gli imprenditori a espatriare. «I tempi e i costi della burocrazia – conclude Bortolussi – sono diventati una patologia endemica che ci caratterizza negativamente. Non è un caso che molti investitori stranieri non vengano qui da noi proprio per la farraginosità del nostro sistema burocratico. Incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti onerosi hanno generato un velo di sfiducia tra imprese private e Pubblica amministrazione che non sarà facile eliminare».
lunedì 28 aprile 2014
OLTRE I SIMBOLI NOI VOTIAMO GLI UOMINI !!!!
ELEZIONI COMUNALI CESANO BOSCONE 2014
UN VOTO PER UNA CITTA' MIGLIORE
RICORDATI DI SBARRARE IL SIMBOLO E SCRIVERE
DI MINO PIETRO
giovedì 24 aprile 2014
Giussano Elezioni Comunali andiamo oltre il Simbolo NOI VOTIAMO L'UOMO
GIUSSANO
Quando
la vita non è più sacra, le società perdono la spinta a credere nel futuro,
Occorre recuperare una cultura della vita per ridare un futuro al nostro
Paese. Una cultura della vita che deve tradursi in una politica della natalità,
in un rinnovato impegno contro la droga, in una legislazione che tuteli
l'essere umano fin dal concepimento. La dignità dell'uomo e il destino delle
Nazioni partono da qui.
E' nell'adesione o meno ai valori naturali dell'uomo che passa la
differenza fondamentale fra Destra e Sinistra. La Destra li rispetta e li
tutela, ritenendo immodificabili quelli che identificano l'uomo in quanto tale
(vita, famiglia, libertà, lavoro, proprietà, tradizione) La Sinistra li ritiene
storicamente relativi e superabili. Questa pretesa ha dato vita in passato alla
lunga, tragica stagione delle utopie.
ORDINE PUBBLICO
LAVORO
SERVIZI SOCIALI
TERRITORIO E AMBIENTE
CULTURA E SPORT
COMMERCIO E ARTIGIANATO
mercoledì 2 aprile 2014
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